All’ora del caffè
c’è ancora troppa polvere nell’aria,
fuori da queste tapparelle sporche
il mondo se ne sta in silenzio
come in castigo,
come dopo l’Apocalisse
voglia Iddio.
All’ora del caffè
nessuno ha ancora fatto qualcosa
per le dita di Django
ma a lui va bene
e continua a suonare lo stesso per me
qui
nel mio bar.
All’ora del caffè
il passato è venuto a farmi visita
e aveva l’aspetto di una scatola di cerini
con un sagittario stampato su un lato,
ho provato a sfregarli
ma non si sono accesi
e forse è stato meglio così.
All’ora del caffè
nemmeno la puttana accanto
sembra avere problemi,
suo figlio sta forse sognando qualcosa
che lassù nella capitale
una folla di operai senza pace
custodirà per lui.
All’ora del caffè
una birra è già finita
e altre due aspettano il loro turno
stese nel ghiaccio di un freezer vuoto
che non ha mai smesso di sperare,
e chi sono io
per fargli credere il contrario.
All’ora del caffè
i mercanti della fiera
hanno ancora molto da vendere
e la gente della fiera
ha ancora molto da comprare
e forse è per questo che il mondo
non è il miglior posto del mondo.
All’ora del caffè
s’è già fatto troppo tardi
per prendere un caffè,
i telefoni ricominciano a squillare
i cani ad abbaiare
le donne a partorire
e gli assassini ad ammazzare.
All’ora del caffè
per qualcuno è sempre troppo dolce
e per qualcuno sempre troppo amaro
ma non c’è molto di che preoccuparsi,
basta aspettare
e con un po’ di fortuna
anche domani ci sarà un’ora del caffè
per poter riparare.