Sono mie queste parole, queste collette d’interni, o abbracci per
contratto, o regole sotterranee, o
ancora cantine di frustrazioni? …. Chi sono gli uomini che troveranno fragore
in me? i reclusi? gli internati? sono delle parole queste? dove sono chiuso?
dentro l’esplosione in una cella?
Diciamo che stavo seduto sul water, sai cosa si fa sul water? Io lo so…
io mi svuoto e poi mi riempio e m’ingrasso e se crepo ingrasso i vermi e se non
crepo sfondo..
Muovetevi miei cari sinistri,
miei cari ministri, miei cari ospiti al banchetto dell’emisfero celebrale
affinché io sia posseduto. Stronza vuoi che io sia posseduto? Gia fatto! Ma da
me stesso…
Quindi spegnete la luce, cavatemi
gli occhi, strappatemeli che voglio più visioni. Bando al suono, e ai colori,
e che abbia pazienza il mare se lo rivelo ancora una volta… sono stato
castigato dall’enormità una volta…
Che sia pure quel che mi merito, io ora proprio sul punto di esplodere
farò l’infame, e gli dei mi puniscano anche loro se mi pentirò sul fatto di non
scorgere dentro il cuore pieno godimento nel rivelare il male fattomi
ingiustamente… occhi pazzi dentro una gabbia di pazzie e passioni.
A che punto sei mio fraterno lettore?
Eccolo arriva. Si è arrivato con le streghe, non sarei mai riuscito ad
immaginarlo altrimenti. Che tempestoso inizio che è con tutti i suoi prodotti
tipici, è un vero maestro sono posseduto
a metà come piace a lui. Lentamente o dolcemente sale da sotto cuore e stimola
quello che più può farmi paura.
Ma si amerò fino in fondo il male o il bene tanto poi mi sveglierò con
le descrizioni più belle.
Coraggio bambini un due e tre fuori dal giardino dell’infanzia, ecco gli
odori, ecco la città oscurata, ecco la
missiva d’espiazione. Il vero massacro è la verità se scovarla non la vogliate:
il tuo mondo è salvo per una bugia.
Al sotto soccorso il corpo umano ha poesie e non organi ..
La beffa, la reclusione del coraggio per non dire tutto, se solo avessi
la certezza che il segnale al giusto orecchio
giungesse senza tremito direi, anche se di preciso al collettivo non
saprei che vomitare, la mia la dico bene adesso.
La strada è calda come la piena estate vorrei la coda di un felino e
correre ma ho i piedi quindi ecco la miccia. Ma dove sono le mie braccia, il
tuo riso e le nostre mani per mano Signore? Non so a chi mi sono rivolto ma so
di non essere confuso sarò preciso:
Sto sciogliendo il cuore goccia a goccia e poi un altra e un altra
ancora lentamente nel ventre della corsa che porta fino al mare quello dove
sempre sì tocca, lì non ho paura di affogare.
Apri la bocca i tuoi denti bianchi
e perfetti masticano aria fino all’essenza.
Io ti guardo e non lo sai ? Non senti che vorrei sfiorarti? Non toccarti
! Sfiorarti come piaceva a te ..
Lo scrivo quanto ti adoro ma tu ora
guardi dove non so e dove immagino, e per questa fantasia tremo, mi perdo e mi trafiggo prima di vestirmi a
festa e uscire.
Se io parlo o chiacchiero o aspetto e m’intrattengo cantando, cantando
potrei sentirmi lo stesso vivo. No no, no
vivo! Di certo lo sono! Allora diciamo
potrei sentirmi utile a me stesso.
Ricordo e arrossisco nel pensarci su, che ero davvero triste davanti
agli occhi suoi e non capivo come mai, e non lo comprendo neanche al momento,
boh sarà che adesso non m’importa un bel niente credo.. forse non sto
rimuovendo un gran che… Bah… Poco conta quel che dico in questa circostanza
confusionaria il mio massimo è l’innato non il peso.
Il vero sovversivo oggi è chi non si lamenta, io non penso di lamentarmi
su qualche cosa di preciso, no forse sono un po’ arrabbiato con Dio perché non
trovo piacere ad avere troppa coscienza e decidere d’avere troppa testa sulle
cose che in qualche maniera contano.
Contatemi i capelli che mi esplodono e perché! – Porco Dio.
Parole a vuoto anche per me , sì le mie, le mie, le mie parole… le mie
parole d amore.
Denunciatemi a me stesso che voglio confessarmi ad un possibile
rappresentante di Dio e assolvermi se tutto torna… se…
Non darmi l’amore se tieni alla mia salvezza capisci cosa esigo non
ricoveratemi ancora dalle megere.
Non darmi la ragione ancora per un Po..poco! Vorrei che il grande
acquazzone che si tuffa nel piccolo fiume divenisse donna da mordere e che
fosse un buon canale all’inferno che cerca lo sfogo immenso. Ci pensi, le alghe
muoiono di fame, perbacco, di fame, non è stupidamente ironico che le alghe abbiano fame? Io pensavo fossero in
acqua per la sete primitiva come una sorte di grazia. Io pensavo tante cose
anche che tu fossi mia ma tu sei solo tua. E porco del tuo dio anche io sono
solo mio.