Si diceva “Penicillina”, con due enne??
Oppure si diceva “Pennicellina” con due di tutte??
Poi la mia ragazza dice, e sentite perché il concetto sarà molto, molto semplice:
«Immagina di essere ridotto a un mucchio di lettere stampate sulla pagina ingiallita di un libro di romanzi rosa cecoslovacchi sfiorati dallo sguardo di un distratto lettore occasionale di una sconosciuta biblioteca rionale. Immagina!»
Allora io dissi:
«Siamo solo un ammasso di atomi, e basta.»
E lei:
«Perché cazzo scrivi di me? Non voglio essere ridotta a un mucchio di lettere.»
«Il tuo nome è un mucchio di lettere», dissi passandole la pistola.
«Cazzate… facciamo un romanzo nel romanzo. Sennò che cazzo ci stiamo a fare? Sennò che cazzo ci stiamo a fare?»
«Si, ma non ripetere tutto quello che dicono.»
«Che dicono chi?»
«Quei due devastati che mi stanno scrivendo la parte proprio ora.»
«Cazzo, l’hai ribaltata. Sei magnifico.»
E io:
«Scusa, ma ho come la sensazione di non essere me stesso, stasera. Mi sembra di essere il personaggio del delirio cannabinoalcolico di due forti bevitori.»
«Cazzo…»
«Sempre molto delicata comunque…»
«Questa la dovevi proprio mettere, vero??»
«A questo punto dovrei rispondere di si. A proposito, te l’ho detto già che devo andare a pisciare?»
«Minchia della profondità.»
«Di che?»
«Del tutto.»
«Va bè’, io allora andrei a pisciare…»
«E vai, và.»
Poi tornai dal cesso.
Disse:
«Ecco, adesso prova a ribaltare il concetto di prima. Capito perché un medico non sopporta gli ospedali?? »
Poi non parlammo più per mezz’ora.
Poi dissi:
«Senti, ma come si chiamavano quei due della penicillina?»
Mi rispose semplicemente:
«Non erano due. Era uno.»