Gianni Cusumano – LAZZARO, CONTINUA A DORMIRE

 

Lazzaro, continua a dormire.

Niente di buono oggi. Non ne vale la pena.

Il ragazzo di sopra continua a
lamentarsi, la gente urla per le strade aggrappata a bandiere color sangue, le
cassiere continuano a propormi tessere di risparmio magnetico.

Il vino fa schifo e la pasta è di
nuovo scotta.

Lazzaro, resta nella tua tomba.

Chiuditi bene dentro, sigilla la
pietra con i tuoi sogni. Falla pesante. Procurati un’arma e difenditi dai
venditori di carità porta a porta.

Non hai bisogno del passato, Lazzaro, e il
futuro è fottuto.

E poi, rispondi: cosa c’è di
buono in un popolo che preferisce un cancro allo stomaco piuttosto che lasciare
che il sugo gli si attacchi alla padella?

Lazzaro, continua a dormire.

Fuori,
sentinelle in tenuta antisommossa sorvegliano le porte della speranza. Canti e
balli tribali fuori, Lazzaro. Droga e promiscuità sessuale, fuori. Niente più
bambini. Numeri complottano contro altri numeri. È in ballo il sistema decimale
per come lo conosciamo. Siamo in balìa di porci polemici assettati di
matematica, maiali virali ovunque.

Le trombe dell’incesto suonano al
ritmo delle coltellate, melodie taglienti su figli e amanti d’una vita.

Pensaci
bene prima di dare ascolto a quella sveglia del cazzo, Lazzaro!

Prenditela comoda, nessuno che ti
ama davvero ti aspetta dietro la pietra.

Toccati un po’ il pisello pensando
alle donne che hai annusato, sporca le mutande, piangi, ridi e poi torna a
sognare.

Non farti fregare, Lazzaro.

Fossi in te, ruberei ancora altri
cinque minuti all’eternità.

 

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