Pazienta.
Finisci prima il vino.
Possibile che tu abbia
già svuotato due bottiglie?
Sii ragionevole,
pazienta.
C’è ancora una sigaretta
che ti brucia tra le dita.
Possibile che tu abbia
già finito tutto il tabacco?
La musica sta ancora suonando
e dopo quella
ti resta ben poco.
Perché non ti decidi a
pazientare?
Hai fretta di sapere
come va a finire il film
anche se c’è ancora la
pubblicità?
Ma la pubblicità non finirà mai.
Quindi ti conviene pazientare
e dare sfogo al culo
più forte che puoi.
Pazienta.
Le motivazioni sono come le
parole,
non le trovi già scritte e pronte
all’uso.
Questo lo capisci?
Annusati ancora un po’ le dita
e fatti trovare pronto
per il prossimo notiziario.
Ti conviene pazientare,
perché saper grattar bene
una striscia di polvere argentata
non fa di te un vincitore.
Anche questo lo capisci,
non è vero?
Quindi pazienta.
Ci sono birre e uova
a sufficienza in frigo
fino alle prossime elezioni.
Non ti basta?
Non avere fretta
perché potresti finire
a scopare una donna
che sa quanto fai schifo
e non manca mai di dirtelo
e per questo ci farai un figlio
e alla fine ti sposerà.
Pazienta.
Pazienta.
Pazienta.
Sii paziente.
Perché un giorno
ti ritroverai a elemosinare
pompini
al tuo capo ufficio,
e quando verranno a chiedertelo
dirai che lo facevi
perché anche i figli dei
lavoratori
hanno diritto a sfamarsi.
Perciò mettiti comodo
e aspetta,
perché anche la solitudine,
come tutte le cose preziose,
ha un costo,
e potresti non permettertela più.
Allora, amico mio,
allenati a tracciare X sulla
sabbia,
fai la punta alle matite
e scalda il tè freddo.
Fatti regalare un appartamento,
finisci il vino,
fuma la sigaretta,
scalda la cena,
scopa tua moglie,
porta fuori il cane,
dì “Sogni d’oro” a tuo figlio,
aspetta il notiziario
dopo la pubblicità,
e masturbati di nascosto
davanti la TV alle 3 del mattino.
In fondo non c’è fretta,
non c’è mai stata fretta.
Pazienta.
Pazienta.
Pazienta.
Per la Rivoluzione
c’è sempre tempo.