Io quest’anno ci ho pensato,
mi son detto: “ma perché,
seppur sempre da invasato,
non supporto Cristo Re?”.
La risposta, affatto tarda,
si prolunga tra le righe
di una ode assai bastarda
per chi canta, balla e ride.
Non che questo lieto evento
sia del tutto una cazzata
chi commercia ha un bell’aumento
chi consuma ha una mazzata.
Dunque è questa la gran lotta
anche si chi ne fa le veci
sfrutta il marketing , la grotta
anche nel duemila e dieci!!!
Nasce ancora il bambinello…
ogni anno ancor più bello…
riscaldato… asino e bue…
e poi… anche gli altri due.
Forse a scuola accetteranno
queste stupide rimette,
i simpatici “temini”,
forse i test con le crocette,
sono difficili Gelmini?
Ora ridi a denti stretti,
con la coda tra le gambe,
ma un governo con gli inetti
è tra le tue cose strambe.
Non mi parli perché è un caso
che io mi rivolga a te.
Ma io scrivo, vado a naso
e ti mostro questo: tiè!
Ritorniamo al nascituro
quello caldo nella paglia
quello dal grande futuro
quello che non parla: raglia.
Avrà forse un bel successo
tanti fan lo loderanno
ma io dico, se è permesso,
“in ignoranza moriranno”.
Prendi il Papa, i cardinali,
quelli che fanno i vecchietti
sono arzilli, mai banali:
hanno un piano i maledetti.
Forse pensi che un bel giorno
tutto questo cambierà
ma a guardarsi ben intorno
fosse è tardi: chi lo sa?
Dunque datti un po’ da fare
non votare, non votare.
Lascia perdere la “casta”
quella è tutta gente guasta.
Non andare mai più in chiesa:
è per gente che si è arresa.
Guarda attorno alla tua vita
datti tempo, guarda bene
ci sarà una via d’uscita
se non è di Rocco il pene.
Fatti forte, fatti grande
ma non farti mai la bua
questa non è cosa loro
ma è soltanto cosa tua.
Ridi ancora alle mie rime,
ridi amaro bello mio.
Questo non è il “suo” pensiero
questo è solo quello mio.
Ora chiudo, sono stanco
devo andare, devo andare
vado a bere vino bianco
io lo so che devo fare.
Ti ho voluto bene e male
ti ho schiacciato muri muri…
faccio rime, poco male
non è detto che si curi.
Guardo agli angoli e ripasso
guardo agli angoli sicuri:
c’è un domani non più al passo
e non chiedermi gli auguri.