Sergio Branca – RISVEGLIO

 

La panna segue tutto il contorno
e riempie i due cerchi che formano la torta. Le fragole decorano
meravigliosamente la pietanza, una accanto all’altra. Un saporitissimo rosso su
di un saporitissimo bianco. Un buon pasticciere sa che abbellire un dolce è tecnica
antica e saggia. La torta ha forma di clessidra, due forme rotondanti unite da
un buonissimo segmento di puro gusto. Ed ecco la forchetta che affonda. Le
fragole si aprono dolcemente spruzzando del succo intenso. Ed il bianco cede a
poco a poco, e svela il pandispagna morbido. La forchetta non si stanca e passa
su tutte le bacche. Sono frettolosi i suoi denti. Prima  assaporano piano, poi sempre più golosi e
qualche fragola finisce sul pavimento. Ma non viene mangiato nemmeno un pezzo. Rimane tutto li sul tavolo. La
clessidra è ormai irriconoscibile e la panna è intrisa di liquore rossastro. Un
ronzio di mosche accompagna la frenesia della forchetta, che rimane immobile e
macchiata. Un buon pasticciere sa quando fermarsi e non esagerare. Risveglio!
Il chiavistello dovrebbe essere oliato bene, fa un casino ogni volta. il
secondino m’accompagna per il corridoio. Ronzio di mosche e passi pesanti. Dopo
un ora ci sono mocassini da per tutto. Neri, marroni, scamosciati e lucidi.
Risalgo lo sguardo piano piano. Le ginocchia, la cintura ed un viso con la
barba incolta. È l’accusa, e m’accusa di nuovo. M’accusa di aver dato 24
coltellate alla figlia della parte lesa. E prima d’averla seviziata e
violentata con una frusta da cucina, quelle per sbattere le uova. L’accusa ha
dei mocassini beige. La parte lesa delle scarpe nere con i lacci. Ne ho un paio
simile, con delle macchie rosse.                  

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