C’era un sasso che
serio pensava
Sto da cazzo in questo
universo,
sto di merda in questa
stagione
dove tutto è una mera
opinione.
L’osservava dal cielo
una nube,
che leggera sull’ostro
viaggiava.
L’osservava ed era
stupita
Di saperlo così solo
ed affranto.
Fu per questo, o forse
per gioco,
che si mise in
contatto con lui.
Fu per questo, o forse
per sfida,
che col sole si fece
più amica.
Dolcemente per lui ombra si fece,
dolcemente gli diede
il conforto
di una lieve carezza
di sera,
di una fresca mattina
straniera.
Ed il sasso, che prima
era duro,
dentro al cuore, e
dentro la mente,
gli rispose, assai
brevemente
Fatti fottere, nube di
merda !
Se volevo dell’ombra
su me
Ricoprirmi potevo di
sabbia.
Non mi serve una
fresca carezza
Quando sento
quest’algida morte.
Va fan culo, o nube di
merda!
Va fan culo tu e tutto
il cielo,
che pensate di esser
migliori
per il fatto che state
più in alto.
Se io voglio so anche
volare,
so saltare, io so
rotolare.
Se io voglio, ma
voglio star male
Perché oggi mi piace
così.
Non ricerco la tua
comprensione,
né io voglio la tua
compassione.
Me ne sbatto davvero i
coglioni
Dell’aiuto che tu mi
vuoi dare.
Non lo voglio, e puoi
andare a cagare!
E la nube, che
sull’ostro viaggiava,
si rimise più in
fretta a volare.
Si rimise, ma rimase
un po’ scossa
per quell’odio,
davvero profondo,
generato da quella sua
mossa.
E nel giro di un solo
secondo
Ritrovò quella gioia
di vita,
ritrovò quella pace
infinita
che da sempre sentiva
nel cuore.
C’era un sasso, che
incazzato restò,
e una nube, che sapeva
volare.