Pino Amaddeo – PENNELLI, GENITORI O CHI NE FA LE VECI

 

 

 

Ho anche pensato di farmi prete per dare un senso alla
mia esistenza. Io, credente da sempre e devoto alla madonna, al suo seno e a
tutte le sue altre grazie. Il miracolo della verginità della madre santissima
mi ha sempre affascinato, molto di più della conseguente passione del Cristo,
fattosi uomo per me, per te, per tutti noi, per togliere i peccati dal mondo
con le sue sofferenze e la sua umiliazione. Ho percorso il normale iter del
buon cattolico: battesimo, comunione e cresima.

Ma prima del matrimonio,
qualche mese prima del matrimonio, ero quasi deciso a prendere i voti e
lasciare la carriera di sposo, marito, genitore, educatore o di chi ne fa la
veci. L’abito da prelato  mi stava a
pennello ed io imbianchino da sempre ero stanchissimo di carteggiare  e stuccare e poi imbiancare, quasi sempre con
il solito colore e soltanto qualche spugnato per menti viziate, molto
probabilmente viziate dal loro stesso ingombro esistenziale. Ho avvertito in
tutti quegli anni che anche la mia esistenza si muoveva seriamente dentro gli
ingombri.

Dunque era giunta l’ora di cambiare e lasciarmi andare
definitivamente alla fede che aveva supportato tutti i miei malesseri
interiori, esteriori e a volte anche posteriori, la fede quella vera, fatta di
sofferenze ed umiliazioni proprio come nostro signore Gesù il Cristo. Ma… ahimè
mi sono aperto con la futura sposa, ho svuotato il sacco del mio costruire,
quel costruire che rapidamente avanzava dentro il mio io. Lei mi disse che
nella gioia e nel dolore sarebbe diventata madre.

È così che la mia fede ha
perso. E vissero infelici  e ancora in
cerca del colore giusto.

 

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