La luna s’ingrassava del cielo
quando finii la birra.
Quando
dall’altra parte del continente,
Amoddio asfaltava nuove strade maledette
per nostro Signore,
e io uscii sperando nell’ultimo bar aperto,
passando accanto la carcassa di un gatto stecchito,
respirando lo zolfo dei marciapiedi,
evitando puttane e bracconieri,
contando gli spiccioli in tasca,
maledicendomi prima del tempo.
Quando il sangue impazzito di un finocchio pugliese
cominciava a ribollirmi di speranza le vene,
e respiravo limone dalla bocca di una bottiglia gelata
e forse
una nuova storia era tutta da scrivere,
la luna s’ingrassava del cielo.
Finii la birra,
quando in centinaia dopo Cristo
erano morti e risorti
e avevano venduti i loro libri,
i loro dischi,
i loro quadri,
lasciandoci ai nostri costi opportunità.
Quando Amoddio andò a pisciare
dall’altra parte del continente,
prestandomi alle braccia grasse
di una vecchia vergine bionda e la sua ugola dorata,
avvolto di luce fredda fin dentro il buco del culo,
e, forse,
un’altra storia del cazzo
era davvero tutta da scrivere,
la luna s’ingrassava del cielo
e io finii la birra.
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