Gianni Cusumano – ANCORA UNA

 

Il tempo di non impazzire,

raccogli le ossa

gli spiccioli

la spazzatura

e ti fai largo nel mondo

come la prima volta,

come ieri,

come l’avevi immaginato,

come sempre.

Il tempo di una birra,

forse due

magari tre

quattro sarebbe meglio,

aspetti il tuo resto

saluti il barista

e trovi un angolo di strada libero

per sederti

e guardare la vita brulicare

e galleggiare

e svuotarsi lentamente

come l’ultima bottiglia.

Il tempo di una sigaretta

magari due,

magari tre

per sentirti l’anima esplodere in alto

nel cielo,

un sussulto vitale di energia

che bombarda l’aria,

le nuvole,

le stelle,

che feconda la luna

e i venti dell’universo,

che danza saltellando

di luce blu infiammata

tra le mani sporche di vita

di un induista senza casa.

Il tempo di una pisciata,

forse due,

meglio tre

e poi schivare il cristianesimo

e i messaggi di dio su carta patinata

e tenere il passo fermo,

uno dopo l’altro,

dritto verso la meta,

dritto verso casa,

dritto verso il chiosco prima di casa,

ringraziando dal profondo

del tuo sacro cuore svuotato

tutti i coraggiosi,

i santi,

gli empi e gli ubriaconi

del passato,

del presente

e del futuro,

tutti gli uomini senza fede

seduti ai tavoli di bar senza nome,

grazie,

grazie,

GRAZIE.

Il tempo di stapparne ancora una,

ancora una,

ancora una

e poi nuotare

nuotare,

nuotare…

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