Pino Amaddeo – COLLEZIONISTI DI FARFALLE

 
Mi
cercherete ancora nella verginità della stagione
con i miei bagagli scomodi,
starò aspettando il vagone
già gonfio di sbadigli, passeggeri
del male
turisti
della parola o esploratori del desiserio estinto.
 
Ma a cosa credevate ?
 
Forse al compagno sole che
continuava a bruciare le vostre
spalle diritte
o
forse all’ amico nubifragio autunnale che
inzuppava i vostri luridi piedi
sporchi di fogna.
No,
voi credevate nelle farfalle colorate
colorate dai sorrisi dei vostri
padri
mentre i vostri nonni si masturbavano
per le vostre
sorelline puttanelle.
 
Mi cercherete ancora nelle stagione non più
vergine
con i
miei bagagli comodi, starò aspettando il vagone
già gonfio
della vostra gioia, passeggeri del bene
conoscitori
della parola o scopritori del desiderio infinito.
 
Ci avete
creduto fino in fondo
al compagno sole che oramai stanco
continua
a bruciare le vostre spalle lisce
lisce e diritte.
 
Voi
collezionisti di farfalle colorate
colorate dai vostri
fottutissimi padri
mentre i vostri nonni saranno già sepolti
dalle vecchie e nuove menzogne
subite per il
vostro presente
irrimediabilmente coperto di merda.
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Gianni Cusumano – IL PREMOLARE DI MAHLER

 
 

Caro Frantz,

ci chiediamo sempre dove sia la
roba da scrivere

e ogni volta la risposta è la
stessa:

FUORI.

 

C’è poco di che stare allegri
Frantz,

specialmente

se ogni giorno

per sopravvivere e andare avanti,

per un motivo o per un altro,

hai bisogno del genere umano.

 

Al disgusto non c’è mai fine.

 

Prendi me e il mio problema di
denti,

ad esempio.

Prendi il mio dentista ex
socialista,

ad esempio.

 

E poi immaginami Frantz

sdraiato su un lettino di
plastica sterile

-di quelli con le lampade alogene
bianche

su in cima

sparate così forte da accecarti-

con la bocca aperta e
anestetizzata per metà,

come un pesce all’amo.

 

Immagina Frantz,

uno scalpellino d’acciaio
sterilizzato

grande come un dito,

freddo come il peccato che non
riveleresti mai,

che si insinua dentro quello che
resta

di un inoffensivo premolare

marcio fino alla radice,

percuotendolo così forte

che le schegge di smalto

schizzano fuori impazzite,

e per poco non mi tagliano
un’orbita

rendendomi cieco da un occhio,

come quel marinaio che da piccoli

ci faceva credere che contro i
calci in culo dei bimbi più grandi

ci sarebbe bastato mangiare un
po’ più di spinaci.

Ricordi?

 

Io con la bocca aperta, Frantz.

Con la bocca mai stata così
aperta e così muta.

E la poi la bocca del mio
dentista,

amico mio.

La lingua di questo medico

che sputa contro il mio cavo
orale

-innocente e disarmato-

parole pesanti;

pesanti come palle di cannone
pirata,

cercando di convincermi che,

loro,

il tesoro dell’isola di Craxi

non l’hanno mai trovato.

 

Poi,

alla fine,

l’effetto dell’anestetico è
passato

e il gusto amaro della prima
repubblica

lo sciacquavo via,

fuori,

misto al sangue e a frammenti di
piombo ionizzato.

 

Non c’è nessuna morale in questa
faccenda,

nessuna poetica,

nulla di rilevante ai fini
letterari.

 

Ti basti sapere che ora sono qui,

bastardo ubriacone,

a costruirmi un paio d’ali solide

con l’aiuto di un Merlot da
quattro soldi.

C’è ancora un fondo di tabacco
nella bustina strappata,

qualche cartina,

e un coro di ragazzini inglesi

che canta l’8va di Mahler

con i sottotitoli in giapponese.

 

Nient’altro.

 

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Marco Buggio – TAGLIA AGLI SPOSI

 

 

Finalmente posso
ritenermi soddisfatto. Sono circa due anni che aspetto questa vittoria, tra
denunce, ricorsi e appelli, ore perse dentro e fuori dai tribunali: ora posso
ritenermi veramente esaudito in ogni mia richiesta.

Avete presente quei
fastidiosi volantini che compaiono sui semafori, cartelli ed ogni appiglio
urbano?

"Oggi sposi", il nome
dei due sfigati di turno, magari risalgono a qualche mese fa, se vi va bene,
oppure rimangono a marcire anche per diversi anni.

E io mi chiedevo
sempre, perché cazzo li mettono? Chi se ne fotte se oggi ti sposi? Ti conosco
forse? Almeno poi toglili o manda qualcuno per te a staccarli, cazzo non se ne
può più.

E allora, qui entro in
gioco io, mi informo: leggi, decreti e assoldo un avvocato, per due anni di
ricerca mi è costato circa 19.000 euro, ma alla fine ne è valsa la pena, ora
posso fare tranquillamente causa agli sposi.

Cosa ci guadagno io vi
chiederete? Certo inizialmente non ci guadagno nulla, ma non voglio più vedere
quei fogli appesi ovunque, poi la cosa interessante è un’idea che mi ha aiutato
molto a rintracciare gli sposi: fissando una taglia, appositamente scritta
sulla locandina di 200 euro per sapere chi sono, la gente partecipa
entusiasta alla ricerca.

Non sempre va a buon
fine questa caccia, alcune volte gli sposi, attirano così tanti cacciatori di
taglie che sono costretti a separarsi, pur di sfuggire ritornano alle proprie
case natali con i genitori fino a quando si calmano le cose, i periodi variano
dai due a dieci mesi, solitamente come media si aggira sui sei mesi circa.

E qui entro in gioco
io: una volta localizzata la casa, grazie ai cacciatori di taglie, e dopo aver
loro pagato il corrispettivo pattuito, io prendo possesso della casa, prima
affittandola per cinque mesi a famiglie che cercano alloggi momentanei, e poi
prima che rientrano gli sposi, le svuoto completamente depredando ogni oggetto
di valore, e considerando che sono articoli tutti nuovi, riesco bene a
piazzarli su e-bay.

Quindi tutto sommato
alla fine ci guadagno, considerando anche la copertura delle spese
dell’avvocato e dei cacciatori.

Molte delle coppie al
ritorno ritrovando la casa spoglia di ogni bene, si lasciano definitiva-mente e
la loro unione si conclude in divorzi o in separazioni; questo fatto è
inquietante, si può credere che l’amore finisca così semplicemente?

Da un lato mi
considero un buon testatore dell’amore che lega due persone, se non fosse stato
per me, immagino la vita di quei due poveretti, uniti da un sacramento ma con
il tempo si sarebbero lasciati comunque, magari con dei bambini al seguito,
sarebbe stata una triste storia, invece così senza soffrire molto e senza far
soffrire possibili figli, io metto alla prova i loro sentimenti.

Guardatevi intorno, se
trovate nella vostra città quei volantini avvisatemi e se conoscete gli sposi,
meglio ancora, potete guadagnarvi 200 euro senza fare nulla.

E poi vi consiglio
di non applicare ovunque i vostri avvisi di nozze, solo per non ritrovarvi poi
un domani in casa vostra centinaia di persone in cerca di taglia.

 

Fine.

 

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Francesco Villari – …E TANTO ALTRO

 

Il patetico
tentennamento escogitato dal Santo patrono

e
due dita di Glenfiddich nel bicchiere adatto

e
le sabbiature di un monarca in esilio

e
le labbra bizzose di Rosa “cinque Euri”

e
le finte di chi all’attacco fa finte su spinte magiche

e
le fate distratte dal flauto del cornuto

e
l’inizio strano di un brano con la faccia di Marlon Brando

e i
baffi che il signor Moretti ha tagliato per questioni di marketing e
restyling

e
le madonne di cera che si spremono le meningi alla ricerca del problema
da
risolvere

e
gli assoluti che in condanna non si pentono

e
la distorsione che ci vuole sempre, e che cazzo!,

e
buoi macedoni pascolati da Mrs. Tinsemmal sotto casa mia

ed
il tritacarne

e
salsicce, salsicce

     salsicce       
salsicce

salsicce       
salsicce.

 

Er Bubba – SENZA TITOLO

Rigenerazione
del vocabolario

significa
che hai detto tutto quello che potevi

significa
assenza necessaria

per
un nuovo uso del vocabolario

le
parole invecchiano con le idee

ma
questo corpo

quando
sacrifica qualcosa (presenza)

prende
vita nuovamente

t’assale
la curiosità

dell’infinitesimale
se non fa male

vittima
e carnefice della circostanza

sorriso
commosso di chi ha perso tutto

in
un disastro aereo

e
s’attacca al primo scoglio

utile
alla sopravvivenza del pacco.

 

esperienza,
causa pupille sguainate

e feroce
terremoto spinale.

Sergio Branca – IL SIGNOR MURATORE

 

 

Il signor
muratore                                                                                            
fa il poeta e il manovale
ha conosciuto il sudore del lavoro
il sudore delle cosce di sua figlia
ha votato lo stesso partito
e inzuppato pane nel sugo
ha figli in carcere
e poesie handicappate
soffre al pensiero di tradire la moglie
quando la sente al telefono
(crede abbia voce suadente)
ma la voce è di una quindicenne dirimpettaia
che per strane ragioni sociali
non può accarezzare sulla schiena.

Ma il suo peggior nemico ha Giulia (una fresca adolescente)
sua moglie invece ha i seni calati
gia da quando Giulia giocava dalle suore.
Perché un uomo non è un poeta
se non ha un amante quindicenne
se non pesa le parole
su di un seno fresco, sodo.

Il signor poeta muratore e manovale
la notte torna tardi
per gli straordinari
sua figlia adesso veste maglie alla moda
e lascia la porta della cameretta aperta
e non riesce a gridare
per quella mano
che qualche anno fa la cullava.

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Francesco Villari – LA MELA MARCIA

 

Sono una mela marcia

in una cassetta di
mele nuove.

 

Incurante
dell’aspetto

discuto della mia
saggezza,

delle mie rughe,

della mia barba.

 

I giovani apprezzano
la mia onestà

sono una vecchia
pazza,

e raccontando
storielle affascinanti

ne convinco tre.

 

Strano,

quella di ieri sera

ha avuto un successo
inaspettatamente immeritato.

il passaparola tra i
ragazzi

li ha resi uguali a
me.

da buttare.

 

Sono una mela marcia

in una cassetta di
mele marce.

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MeltedMan – MUSICA CELESTIALE

 

Ho passato tanti anni a correggermi.
Grazie a Martina ora sono un uomo. Di sicuro non bevo, non fumo, non bestemmio.
Adesso sono in equilibrio. Ho imparato che esiste un ordine ben definito ed io
ne faccio parte. Ed anche Pino ne fa parte. Pino è l’addetto al martello
pneumatico. Inizialmente prima di salire in ufficio, lo salutavo
distrattamente. Ora mi sveglio un’ora prima la mattina, cosi posso portargli il
caffè appena arriva. Alle 8:00 in punto gli do il buongiorno, porgo il caffè e
mi godo l’accensione di quel meraviglioso attrezzo dispensatore di musica
celestiale. Appena il motore del martello parte mi avvio verso l’entrata del
palazzo, mi infilo nell’ascensore e raggiungo il secondo piano. Entro nel mio
ufficio e ripenso sempre al primo giorno, giorno in cui aggiunsi quel tassello
fondamentale alla mia vita. Quel giorno in cui spalancai la finestra e ci
avvicinai la mia scrivania in radica di noce. Capii che mentre Pino devastava
la strada io riuscivo a lavorare meglio, in modo proficuo, riuscivo a mantenere
la concentrazione, a non fare mai un errore.

In un solo mese era stato promosso
direttore responsabile delle vendite in una ditta di pannelli fonoassorbenti.
Certo, la segretaria si doveva sgolare quando mi parlava, ma si era abituata.
Non era sicuramente in equilibrio, sapevo che non apprezzava quella sfilza di
note armoniose che provenivano dalla strada, forse un giorno avrebbe capito e
allora anche lei avrebbe buttato nell’immondizia la sua collezione di musica
classica. Confesso che vivevo quel momento felice della mia carriera con un
certo timore: che tutto sarebbe finito un giorno o l’altro. Che Pino avrebbe
abbandonato quella strada. Essere abbandonato a un insopportabile e
interminabile silenzio, era questo il mio incubo. Cosa che avvenne il 15 luglio
del 2008 alle 8:00 in punto.

Ero davanti all’entrata del palazzo col caffè in
mano ma Pino non c’era. Vagai per la città in preda alla disperazione, sudavo
freddo le mani mi tremavano. Ritornai in me soltanto davanti l’insegna della
ferramenta Trecchiodi.

“Cos’è quel pacco?”.

“Il più potente Martina, il più potente”
le dissi mentre imboccavo il corridoio di casa.

Seduto sul tappeto del mio salotto,
felice come un bambino con il giocattolo nuovo, spacchettai il martello pneumatico
Brutus 800. Non importa che io abbia distrutto la mia casa, né che il dottore
mi abbia comunicato che rimarrò sordo. L’importante è che io sia in equilibrio
nonostante abbia sfiorato il declino perché quella musica celestiale sarà
dentro di me per sempre.

 

FranTz G. Needhermayer – PARE MA NON SEMBRA

 

 

Volontà
e distinzioni d’assalto: come sopportare la fase
B
del progetto? Ci sono riusciti, diciamo la verità. Mi han convinto ad
iscrivermi a FB perché: “Cazzo, ci sono tutti!!!”

Ed eccomi quindi a fare i conti con la tua povera logica che
con il nuovo millennio ha poco a che spartire. Me ne fotto e cerco di
modernizzarmi, come se avessi 71 anni 
mentre la statistica per la prima volta mi esclude dalla categoria
Giovani 19-28, per propormi come membro degli Adulti 29-40. Che succede? Mi
svesto dei miei modi furbi e capisco che devo farlo.

Mi lacco i capelli e millanto pretese. Scatto una bella foto
e praticamente l’emozione mi travolge come se fossi una sposa pronta ad uscire
dall’uscio di casa il giorno delle nozze: è fatta! Ho un account ed ho una
password  che posso cambiare quando
voglio. Prima di tutto chiedo amicizie agli amici reali, quelli che conosco di
persona e che mi salutano sempre quando passo per strada. Quelli mi accettano
subito. Addirittura Ugo mi scrive: “Ora ci siamo tutti, possono chiudere le
porte di FB”. Ah, Ah! Rido e ringrazio. Poi mi viene in mente che esiste una
possibilità che possa averlo scritto a tutti i suoi 387 amici.

Mi ravvedo e divento selettivo. Non credo di dovere
accettare tutte le richieste di amicizie perché io non sono solo una questione
statistica. Dovrei per forza accettare la richiesta di amicizia di Dio Cane? Un
tipo che ha cambiato la foto del Cristo con quella di un cane boxer con la bava
alla bocca? Non c’è da pensarci troppo: rifiuto. Poi ricontrollo il profilo.
Avevo notato qualcosa, un dettaglio. Nessuna corona di spine sulla testa del
boxer. Ed io sono un animalista convinto. Sono iscritto al gruppo studentesco
“Animalisti” che conta 1.193 membri, me compreso.

Penso alla coerenza del mio essere ed alla psicologia del me
che fui senza questo strumento e del me che voglio essere ora che tutto, e
sottolineo tutto, quel che clicco diverrà caratterizzante. Sono stato
risucchiato nella statistica. Sono un animalista cattolico e cerco Dio Cane
perché voglio chiedergli l’amicizia.

Certo. Voglio chiedere l’amicizia ad una persona che sa
meglio del popolo romano dell’anno 0 che non si devono trattare male gli
animali. Sono felice. Esco di casa. Compro le sigarette, da quando passo troppo
tempo al pc ho ripreso a fumare. Torno a casa e mi autentico. Nuovamente in
Piazza Virtuale II° tronco. Non mi ha accettato! NON MI HA ACCETTATO!!! Ma
perché? Dio Cane ha rifiutato la mia richiesta nonostante io avessi capito
della bontà del personaggio che si celava dietro le spoglie di quel
fotomontaggio. Non capisco. Piango mentre accendo una sigaretta. Sorseggio il
mio the. È tutto così complicato, tutto così assurdo…

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Pino Amaddeo – C’E’ DA MENARE LE MANI

 

 

 

Ma c’è da ridere oppure da menare le mani fino a Pasqua?

La Grecia approva in parlamento nuove misure economiche.
Qui è tempo di consultazioni elettorali e di galletti in cravatta.
Il Cile trema ancora e stavolta Pinochet non c’entra un cazzo.
C’è chi seziona un suo simile e poi getta i pezzi nel Naviglio.

La confusione regna sovrana a destra e a manca, ma al centro?
Il comma in questione risolverebbe la questione, cazzate!

Avrei dovuto continuare la mia corrispondenza con Satana
ma lui adesso si trova in un mondo senza resurrezioni
senza parlamenti, senza terremoti, senza grandi teste di cazzo
senza luoghi comuni e soprattutto senza Comuni fuori luogo.

Ma c’è da ridere oppure da menare le mani fino alla vittoria?

Ecco, ecco finalmente Satana ricomincia ad accarezzarmi.

Ho fame, tanta fame e adesso è tornato il mio complice.

Continuate a pregare, i giorni e le salsicce sono cose diverse
e l’erba del nostro vicino è ancora troppo verde.

Rendiamo grazie a Dio.

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